In questi anni si parla sempre più spesso dell’importanza di un approccio manageriale alla professione. E gestire uno studio oggi non può esimersi dall’affrontare molteplici argomenti riguardanti il marketing in senso generale. Dall’immagine coordinata dello studio ai protocolli che codifichino il rapporto tra lo staff e il paziente, dalla gestione della pubblicizzazione della vostra attività alla gestione dell’immagine sui social media. Un coordinamento di immagine che trova al suo interno una componente fondamentale e di primaria importanza: lo studio in cui accoglierete il paziente.
Fino al secolo scorso avere “un bello studio“ significava trovare una location in centro, in un bel palazzo, con una sala d’attesa ampia, con materiali di pregio. L’aspetto tecnico era quasi visto in secondo piano, demandandolo al deposito che forniva i riuniti, e aggregando alla vendita di questo prodotto le altre forniture complementari per l’attività odontoiatrica.
Negli anni ’90 e 2000 abbiamo assistito a due fenomeni paralleli: il primo è coinciso con una mutata sensibilità estetica generale delle cose. Abbiamo quindi cambiato i gusti architettonici, e si è fatta strada una tendenza ad una immagine più essenziale, più “nordica”, che trasmettesse un senso di maggiore efficienza. Ci si è allontanati dal look “notaio” per avvicinarsi di più al look “clinica”. Per fare un esempio generalizzato, si è diffusa nell’arredo la moda del gusto Ikea.
In parallelo a questa ricerca dell’immagine più moderna si è però fatta strada una crisi generalizzata della professione: l’avvento delle catene odontoiatriche, che ha portato una concorrenza che prima non esisteva, obbligando molti professionisti a rivedere la propria immagine, per adeguarsi ad un pubblico che non doveva essere spaventato da un’idea di studio “troppo costoso”.
Abbiamo assistito quindi alla nascita di studi odontoiatrici nei centri commerciali, e all’apertura di studi con vetrina su strada, cosa impensabile fino agli anni ’80. Di pari passo cresceva in modo sempre maggiore la capacità di scelta e di confronto del dentista da parte del paziente.
Una volta ci si affidava ad un determinato dentista prevalentemente per conoscenza o passaparola. Oggi la maggior parte dei pazienti, per operare una scelta, ha a disposizione una serie di canali di informazione che allora non aveva. Internet, social media, pubblicità diretta e indiretta, eccetera.
Di conseguenza l’immagine dello studio è diventata anch’essa un importante veicolo “di vendita” della vostra attività. Ma l’immagine da sola non basta: uno studio bello e attraente vi farà fare sicuramente bella figura. Ma va considerato il fatto che in quei locali dovete lavorarci insieme al il vostro personale, otto o più ore al giorno. A differenza del paziente che, trascorso il tempo dell’intervento, esce.
È pertanto di fondamentale importanza che lo studio sia progettato secondo quattro criteri di base, che si affiancano alla componente prettamente estetica del progetto.
Uno studio ergonomicamente attuale deve essere:
1 – Efficiente
Ovvero consentire di svolgere le funzioni mediche, amministrative e di gestione del paziente nel migliore dei modi, secondo le più moderne teorie dell’ergonomia
2 – Tecnologico
Per offrirvi l’opportunità di gestire nell’immediato e implementare nel futuro l’adozione di apparecchiature o tecnologie che si stanno sempre più diffondendo in campo odontoiatrico
3 – Manutenibile
Che consenta, a fronte di un preciso protocollo di pianificazione, una manutenzione programmabile e ottimizzata, che vi consenta di avere sempre sotto controllo l’efficienza e l’obsolescenza delle apparecchiature e degli impianti
4 – A norma
Sembra ultroneo ma, grazie anche alla continua evoluzione normativa, l’adeguamento dei locali e degli impianti non è una questione così scontata nella stragrande maggioranza delle strutture esistenti
Il primo punto riguarda prevalentemente la planimetria dei locali: il progetto deve essere redatto da parte dell’architetto partendo da una approfondita conoscenza delle abitudini del medico e dello staff, ottimizzando i flussi del personale e dei pazienti, e programmando il percorso che il paziente dovrà fare all’interno dello studio, dall’accoglienza alla prima visita, dal trattamento clinico alla gestione amministrativa.
Il secondo aspetto prima citato riguarda la componente tecnologica dell’opera. Oggi sono a disposizione del progettista possibilità che riguardano gli impianti elettrici, idraulici e di climatizzazione che possono consentire all’odontoiatra una fruizione di apparecchiature e funzioni prima non prevedibili. La continua evoluzione dell’elettronica e l’avvento della domotica in campo elettrico che consente una gestione programmata e remota delle sorgenti luminose, il trattamento delle acque e il controllo sui consumi, la filtrazione e il ricambio dell’aria (che oggi è diventato di drammatica attualità), sono solo alcune delle opportunità a disposizione del progetto dello studio.
Come terzo argomento si richiama il problema della manutenzione dello studio. Si vuole sottolineare questo aspetto in quanto troppo spesso ci si imbatte in realtà che, seppur di bell’impatto estetico, presentano drammatiche carenze in tema di gestione periodica delle manutenzioni, con costi e disagi non indifferenti per il medico.
Da ultimo si cita un problema, purtroppo non gestibile a livello nazionale: le normative in campo medicale. L’Italia è un paese estremamente campanilista, e ogni Regione ha scelto di avere una sua autonomia in campo legislativo. Di conseguenza abbiamo in Italia 20 leggi regionali differenti (senza citare le Provincie autonome), poiché si è scelto di non coordinarsi per redigere un regolamento uniforme, se non a grandi linee in ottemperanza al Dm del 1987. Possiamo pertanto stabilire alcune regole di buon senso, sulla base di normative nazionali (ad esempio la legge sulle barriere architettoniche), ma il problema del progettista è quello di trovarsi ogni volta a confrontarsi con una realtà locale, troppo spesso interpretata in modo ambiguo e non omogeneo.
Queste sono alcune tematiche riguardanti la progettazione di uno studio odontoiatrico.
Senza la pretesa di insegnare al medico in modo esauriente come realizzarlo, ma con la speranza di fornirgli qualche conoscenza in più per saper leggere le proprie esigenze e capire meglio le soluzioni che gli vengono proposte.
E per fornire un panorama più o meno approfondito delle opportunità e delle problematiche che dovrà affrontare nel momento in cui deciderà di cambiare o modernizzare il proprio ambiente di lavoro.